Non vi è nulla di più fugace che il cibo ... ma nella memoria il suo ricordo rimarrà immortale ...


giovedì 31 dicembre 2015

E' ANCORA UNA VOLTA SAN SILVESTRO ....

“Sii sempre in guerra con i tuoi vizi, in pace con i tuoi vicini, e lascia che ogni nuovo anno ti trovi un uomo migliore.”
Benjamin Franklin
E' ancora una volta la fine di un anno ..... ne ho già viste 51 e non mi stancherò mai di vederne .... 
Come ogni 31 dicembre cerco di fare un bilancio degli ultimi dodici mesi trascorsi e, come ogni anno, ho talmente tanto di cui essere soddisfatta, che diventa inutile elencare.
Ogni istante della mia vita mi è stato utile, perchè ognuno di quegli attimi, è stato vissuto intensamente ....
Anche quei momenti di apatia, di oscurità, di fermo immagine che mi sono serviti sempre per riscrivere il mio percorso su nuovi sentieri.

Anche quest'anno mi ha portato nuovi incontri, di passaggio o stabili .... ed è stato un continuo scambio energetico che, con i suoi fili di seta luminosi, hanno intrecciato la mia vita con la loro ...

Anche quest'anno ha segnato profondamente la mia quotidianità con cambiamenti piccoli e grandi .... nel profondo del mio cuore e della mia anima, tra le mura di casa e nel cuore della famiglia che si è allargata e ho fatto spazio per un nuovo figlio che è mio genero e farò un nuovo spazio per un altro nipote che arriverà a giugno del nuovo anno ....
Il matrimonio di mia figlia ha segnato l'inizio di una mia importante evoluzione professionale e il nuovo arrivato sarà motivo di altre evoluzioni emotive e professionali e di nuove sfide per tutti ....

Ma la cosa importante è che non mi fermo, che proseguo nel mare della mia vita, al timone della mia nave che voglio risplenda sempre della luminosità scintillante delle anime che la riempiono di amore...
Siate le benvenute ...... scintillanti o timide .... proprompenti o discrete .... siete invitate nella mia piccola cucina naturale dove non mancherà mai il profumo di un pane fragrante o di una torta profumata all'arancia perchè, sono convinta, che una vita non è completa se non sa un po' di cannella & vaniglia e, cucinare, per me, continuerà a essere un mezzo importante per trasformare la vita di ognuno :)

Auguro a tutti voi che mi seguite, un 2016 brillante, carico di lustrini dorati e la voglia di vivere questo 2016 dall'alto di un tacco 15 !!!!!
 E adesso ..... scusate ma sono di corsa ..... mi aspetta un "cenone" di Capodanno con una "carrellata" di frivolezze a tema 
"Toast & Co."

Croque Monsieur 
American Toast 
Pain Perdu al Cioccolato & Mirtilli
Il tutto accompagnato da un buon bicchiere 
di sidro artigianale caldo & speziato 

Per me non c'è modo migliore per finire l'anno in bellezza !!!!

martedì 29 dicembre 2015

UN CAVOLO DA RICETTA ....

Cavolo. Ortaggio familiare ai nostri orti e alle nostre cucine, grosso e saggio all'incirca quanto la testa di un uomo.

Ambrose Bierce, Dizionario del diavolo, 1911

Stranamente, in una cucina vegetale, la difficoltà maggiore che si riscontra è proprio quella relativa ai “contorni” che,  frequentemente, si ripropongono in modo ripetitivo e noioso.

Ci vuole, invece, davvero poco per esaltare questi ingredienti meravigliosi, che rendono la cucina naturale ricca e fantasiosa.


Oggi parliamo del cavolo nero, foglie verdi tipiche della cucina toscana e che, fortunatamente, adesso sono facilmente reperibili su tutti i mercati.



Come tutte le verdure appartenenti alla famiglia delle Brassicacee o Crucifere, il cavolo nero o cavolo toscano contiene una notevole quantità di Glucosinolati, precursori noti degli isotiocianati, sostanze utili per il nostro benessere e definite tra quelle anti-cancro per la loro capacità di eliminare potenziali agenti cancerogeni dall’organismo, ridurre i danni al DNA e favorire l’apoptosi (auto-distruzione) delle cellule cancerose.

Gli studi scientifici, sono focalizzati soprattutto verso i tumori del colon e del seno, ma è risaputo che, una dieta ricca di queste sostanze, contribuisce a ridurre il rischio di cancro ovarico, alla prostata e alla vescica.


Oltre alle caratteristiche anticancerogene, sembra che il loro consumo riveli un notevole beneficio nei casi di sclerosi multipla, dove il cavolo nero ha avuto effetti neuro protettivi, e gli studi proseguono in questa direzione.



Il cavolo nero è, comunque, una delle verdure tra le più ricche di antiossidanti, sostanze che distruggono i radicali liberi, molecole instabili che possono causare danni al nostro organismo, a livello cellulare, restando implicati in vari problemi di salute come asma, diabete, malattie cardiache, trombosi e altre malattie degenerative.



Risulta ricco anche di carotenoidi, utili per proteggere la salute degli occhi, delle mucose in generale e della pelle e di vitamine B nonché sali minerali importanti quali calcio, ferro, rame, fosforo, potassio e manganese.



A causa dell’alto contenuto di vitamina K, il consumo dei cavoli è sconsigliato in soggetti che facciamo uso di anticoagulanti.



Si raccoglie soprattutto durante i mesi invernali, da novembre fino a marzo e, come per altre verdure della sua famiglia, il gelo ne migliora le qualità organolettiche.

Il colore tipico è di un verde scuro brillante, tendente al blu e si presenta con foglie più o meno lunghe ma croccanti.

E’ una verdura facilmente deperibile se non conservata con cura, meglio utilizzarlo velocemente oppure conservarlo in frigorifero, avvolto in un canovaccio umido per mantenerne la vitalità.


E’ necessario lavarlo accuratamente sotto acqua corrente, per rimuovere la terra e, se si presentasse particolarmente sporco, meglio immergerlo in abbondante acqua leggermente salata per un quarto d’ora circa.

Poco prima della cottura si rimuovono dalle foglie le parti più dure degli steli e, generalmente, si scotta per qualche minuto, in modo tale da ammorbidirlo.


Se le foglie sono piccole e giovani, si può consumare crudo in insalata altrimenti, una volta scottato, si può ripassare in padella con aglio o cipolla e un filo di olio: ottimo l’abbinamento con peperoncino.


Per eliminare l’effetto dell’acido ossalico, servirlo sempre con una spruzzata di limone o altro ingrediente contenente vitamina C.

Qualche foglia può essere aggiunta anche a succhi ottenuti con l’estrattore: se ne guadagna in vitamina C che, altrimenti, verrebbe per la maggior parte dispersa durante la cottura.

In Giappone il suo succo è una bevanda molto popolare.

La ricetta di oggi è semplice, veloce ma gustosa.
Il cavolo nero, così cucinato, può essere servito come contorno o come condimento per una succulenta bruschetta .... bello, buono e salutare .... non ci si può aspettare di più da una ricetta del cavolo :)

CAVOLO NERO ALLA SENAPE
500 g di cavolo nero, mondato e lavato
2 spicchi di aglio
1 scalogno
2 cetriolini in agrodolce
1 Cucchiaio di giardiniera di verdure
1 C di senape in crema
1 Cucchiaio di bacche di Goji
2 Cucchiai di olio evo
1 cucchiaio di prezzemolo fresco tritato grossolanamente
sale & pepe q.b.
  1. Portare a bollore abbondante acqua leggermente salata, scottarvi le foglie del cavolo per pochi minuti, il tempo che si ammorbidiscano leggermente, poi scolarle e metterle da parte.
  2. In un tegame, scaldare l'olio, aggiungere l'aglio affettato sottilmente dopo averlo privato del germoglio interno, e lo scalogno mondato e affettato sottilmente.
  3. Unire un pizzico di sale e lasciare dorare il soffritto, aggiungendo un paio di cucchiai di acqua.
  4. Aggiungere la senape e le verdure fermentate, tritate finemente, poi versare il cavolo tagliato grossolanamente e le bacche di goji, regolare di sapore a piacere, mescolare accuratamente, coprire e lasciare cuocere 5 minuti a fuoco medio basso, allungando il composto con qualche cucchiaio di acqua, se necessario.
  5. Servire caldo dopo aver condito con il prezzemolo.

lunedì 28 dicembre 2015

L'INVERNO ... IL TEMPO DELLA CASA ...



L’inverno è il tempo del conforto, del buon cibo, del tocco di una mano amica e di una chiacchierata accanto al fuoco: è il tempo della casa.
(Edith Sitwell)
Il tramonto è precoce e la mattina tarda ad arrivare, così come la voglia di alzarsi dal letto caldo nella nostra camera.

Attraverso i vetri si stagliano le silhouette degli alberi nudi, spogliati delle loro foglie colorate, dai venti autunnali…. 
... È arrivato l’inverno …


L’antica tradizione cinese, attribuisce una grande importanza al solstizio d’inverno, poiché si tratta di un passaggio di grande trasformazione naturale tra yin e yang, un punto di connessione tra le due energie: dopo questo evento, la forza dello yin diminuisce permettendo di aumentare quella dello yang.


E’ il giorno in cui l’emisfero settentrionale ha la notte più lunga e il giorno più corto di tutto l’anno.

Dopo il solstizio d’inverno, il giorno aumenterà le sue ore di luce e le costituzioni più “deboli e delicate” potranno rinvigorirsi, preparandosi all’arrivo della primavera.


In inverno prevale l’energia acqua.

E’ il periodo del riposo vegetativo, il momento in cui la forza vitale scava nella profondità della terra, rifornendo le piante di energia in modo tale che, all’arrivo della primavera, possa irrompere con nuove rigogliose crescite.


Per l’uomo è lo stesso …. È un momento di riflessione e di raccoglimento, un periodo in cui non disperdere energie ma accumularne, con il giusto riposo e l’attenzione rivolta all’aspetto sociale, familiare e con una modalità di cucinare che predilige cotture lunghe, adatte a concentrare la forza nelle pietanze che possiamo gustare al caldo delle nostre case.

Avremo modo di concentrarci su nuovi progetti a cui daremo vita entro pochi mesi.


Il colore dell’elemento acqua, è il nero e il suo sapore è il salato …. Di conseguenza, gli organi più ricettivi di questo periodo, sono vescica e reni.

Per stabilire lo stato di energia di questi due organi, possiamo porre attenzione al loro “orologio biologico”:

Dalle 15.00 alle 17.00 l’energia si concentra al culmine sulla vescica, mentre dalle 17,00 alle 19,00 si sposta sui reni: se, durante questo lasso di tempo, si notano stanchezza e desiderio di un pisolino, significa che i relativi organi sono scarsi di energia; quando funzionano bene e sono in salute, si percepisce sempre buona energia e non stanchezza.


In cucina possiamo focalizzarci sugli ingredienti che aiutano a rafforzare questi due organi e, comunque, a fornire maggiormente energia per la stagione invernale:

Cereali: Grano saraceno, orzo, Riso Venere (nero)

Verdure di terra: Bardana, barbabietole, cavolini di Bruxelles, cavolfiore, sedano rapa, sedano, topinambur, porri, pastinaca, patate dolci, rape, cicoria, cima di rapa, cavolo nero e riccio, finocchi,

Verdure di mare: arame, dulse, hijiki, nori, wakame, kombu

Frutta: mele, castagne, mirtilli rossi, datteri, pompelmo, arance, pomelo, melograno, kiwi, noci, zucca,

Legumi: azuki, fagioli e lenticchie nere, soia nera

Condimenti:  tamari, miso, tekka, gomasio, umeboshi, insalatini fermentati, crauti, semi di sesamo nero.

In particolare, gli azuki rossi, sono legumi preziosi per gli organi legati all'energia acqua,  sono ricchi di proteine, calcio, tiamina, niacina, fosforo, ferro, riboflavina, e diversi folati.

Un eccellente rimedio per rafforzare vescica, reni e surrenali è il


TE' DI AZUKI

200 g di fagioli azuki
5 cm. Di alga kombu
¼ di c di sale fino
1,5 lt. Di acqua

  1. Lasciare in ammollo per una notte, in acqua fredda, 200 g di fagioli azuki.
  2. Scolare e versare i fagioli in una pentola, con il litro di acqua, il sale e l’alga.
  3. Portare a bollore, abbassare la fiamma e lasciare sobbollire, coperto, per 50 minuti circa o, fino a quando, i fagioli saranno morbidi.
  4. Scolare i fagioli (che potranno essere utilizzati per altre ricette), raccogliendo il brodo di cottura in una bottiglia.
  5. Bere una tazza di questa bevanda, calda o a temperatura ambiente, preferibilmente nell’arco tra le 17,00 e le 19,00, quotidianamente, per una settimana oppure ogni tre giorni, per tre settimane.
  6. E’ un rimedio piuttosto yang; per renderlo più “delicato” si può dolcificare con malto di riso o di orzo, oppure diluire con acqua, se risultasse troppo denso.
In caso di calcoli renali, è possibile aggiungere a questo rimedio, un cucchiaio di daikon fresco grattugiato: sobbollire il tutto per un paio di minuti, poi bere consumando anche la radice.

Per rimuovere accumuli di muco nei reni o nelle vie urinarie, aggiungere un pezzetto di radice di loto grattugiata fresca oppure un pizzico di quella essiccata.

In generale, questa bevanda, oltre che rafforzare reni e vescica, aiuta a regolarizzare il movimento intestinale, porta benefici alle articolazioni ed è un valido rimedio contro le orticarie.

Rivitalizzando il meridiano dei reni e delle vie urinarie, rafforziamo la nostra capacità di procreare fisicamente ma anche spiritualmente riflettendosi sulla sfera emotiva e creativa.

La debolezza di questi organi e dei relativi meridiani, si manifesta con sentimenti di paura, ansia, inadeguatezza e non ci permette di affrontare con chiarezza la scelta di direzione della nostra vita.

Un’energia reni equilibrata rendono la persona sicura, positiva, in grado di lasciarsi alle spalle il passato, vivere il presente e affrontare con coraggio il futuro.


domenica 27 dicembre 2015

ERBE STRAGINATE ... AMORE A PRIMO ASSAGGIO ...



"L'amore è un'erba spontanea, non una pianta da giardino"
Ippolito Nievo
Poter trovare erbe di campo anche rimanendo in "città" è un vero piacere .... è così che ho approfittato immediatamente della confezione che vendono presso il supermercato Esselunga, per cucinare una ricetta tipica dell'anconetano, che mangiavo da ragazza a casa della Felicetta, mamma del mio "fidanzatino" di allora .... una vera bontà ..... In questo modo mi aveva insegnato ad apprezzare anche la catalogna, la tanto odiata erbaccia amara, che mia madre mi obbligava a trangugiare nonostante i miei "capricci".
Il Conero possiede uno dei più ricchi patrimoni botanici d'Italia; in quella zona, la misticanza di erbe selvatiche che, un tempo, veniva portata in città dalle contadine del Conero per essere venduta sui mercati della città, viene chiamata "cucina"
Se non trovate le erbe di campo, la ricetta sarà perfetta anche con un misto di catalogna, bietole e cime di rapa.
Può essere arricchita anche con una bella manciata di olive verdi :)

ERBE "STRAGINATE"

300 g di erbe di campo miste 
(bietola, aspraggine, rapastrello, crauto rosso, borragine) 
2 patate medie
2 spicchi di aglio
1 cipolla media
peperoncino q.b.
sale fino q.b.
2 Cucchiai di olio extravergine di oliva 
  1. Lessare le patate finché saranno morbide, poi scolarle e sbucciarle; mettere da parte.
  2. Nel frattempo, scottare le verdure in acqua bollente, leggermente salata, scolarle, tritarle grossolanamente e mettere da parte.
  3. In un tegame, scaldare l'olio, aggiungere la cipolla mondata e affettata sottilmente a mezzaluna, l'aglio sbucciato, privato del germoglio interno e affettato sottilmente, con un pizzico di sale e peperoncino a piacere.
  4. Rosolare fino a quando il soffritto sarà dorato, poi aggiungere le patate e schiacciarle con una forchetta, in modo grossolano, lasciarle insaporire un paio di minuti e unire le erbe lessate.
  5. Regolare di sale a piacere e lasciare rosolare le verdure per qualche minuto, a fuoco vivace, aggiungendo eventualmente, qualche cucchiaio di acqua di cottura, se necessario, per ottenere un composto amalgamato e morbido.
  6. Servire caldo con fette di pane casereccio, bruschettato (senza glutine in caso di problemi legati allo stesso)

domenica 6 dicembre 2015

PROFUMI DI NATALE: PANDIZENZERO ...



Il Pandizenzero è una tipica ricetta diffusasi in tutta Europa da secoli.
E' uno dei dolci che più simboleggia il Natale dei Paesi del Nord, con le sue molteplici forme e consistenze, dai biscotti alle casette alle caramelle ....

Lo si realizza con torte delicatamente speziate, biscotti sottili e croccanti, in altri casi ancora, con biscottoni alti e morbidi, simili a tortine.

Nell'inghilterra medievale significava “zenzero conservato” derivante dalla parola in vecchio francese gingebras e derivante, a sua volta, dal nome latino della spezia “zingebar” che non venne utilizzata per confezionare dolci, fino al XV secolo quando si cominciarono a cuocere delle torte fatte con melassa e aromatizzate con lo zingebar, che si scoprì, avere un potere conservante, quando aggiunto a pani e dolci.

La ricetta di oggi è un pandizenzero morbido e versatile
Può essere consumato a colazione, a merenda, oppure tostato e accompagnato con salse e creme come dessert di fine pranzo di Natale.
Qui potete trovare una versione di Gingerman :)

GINGERBREAD

1/4 di T di olio di girasole
1/2 T di sciroppo d'acero
1/4 di T di Gulamerah (zucchero di cocco)
opp. di malto di riso
3 C di malto di riso integrale o melassa
3/4 di T di latte di soia naturale o alla vaniglia
1 c di aceto di mele
1 c raso di vaniglia in polvere o 2 di estratto 
60 g di cioccolato fondente, min. al 72%
opp. di uvetta
1 e 3/4 di T di farina semintegrale
1 c di bicarbonato 
1 c di lievito in polvere per dolci, naturale
2 c colmi di zenzero in polvere
2 c di cannella macinata
1/2 c di pimento (Pepe di Giamaica) 
opp. di chiodi garofano macinati
1/2 c di sale fino
  1. Scaldare il forno a 175° e ungere e infarinare leggermente, uno stampo da plumcake.
  2. Versare in una ciotola gli ingredienti asciutti e miscelare in una brocca, quelli liquidi.
  3. Mescolando con una frusta, aggiungere i liquidi nella ciotola della farina, fino a ottenre un composto cremoso e omogeneo.
  4. versare l'impasto nello stampo preparato e infornare per 40 minuti circa o fino a quando, inserendo al centro uno spiedino di legno, ne uscirà asciutto.
  5. Se dovesse scurirsi troppo prima del termine della cottura, coprire con un foglio di alluminio e proseguire per il tempo necessario, abbassando al temperatura a 160°.
  6. Lasciare raffreddare su una griglia, prima di servire.

venerdì 30 ottobre 2015

..... A SUON DI TROMBETTA .... ANTICHE VERDURE & MINESTRE



"È una gran cosa sapere che pioggia o vento, da qualche parte c’è un piatto di minestra calda che ti aspetta."
Tuco (Eli Wallach), in Il buono, il brutto, il cattivo, 1966

Tipico simbolo delle stagioni che volgono a temperature più fredde, ma anche in versione cruda, adatte alla stagione estiva, zuppe e minestre sono un piatto importante in un’alimentazione equilibrata, quotidiana.

Con una ciotola di minestra si fa un “pieno benefico” per l’organismo, grazie alla considerevole quantità di verdure con le loro meravigliose proprietà nutritive, ma questo, non è il solo pregio di una fumante o rinfrescante minestra:

1. Sono deliziosi ed eccezionali “confort food”, con possibilità di creare infiniti sapori e profumi.
2. Sono ricette economiche, con un valore aggiunto se preparate applicando la filosofia della “cucina degli avanzi”.
3. E’ il modo più semplice per consumare notevoli quantità di ortaggi e legumi, anche da chi non li ama in altri piatti. 

4. E’ un piatto che, se cucinato in modo adeguato, diventa un utile alleato nelle diete ipocaloriche, regalando una bella sensazione di sazietà con ridotto apporto calorico, grazie alla caratteristica di “riempire bene lo stomaco, estendendolo” .
5. Ricche di verdure e legumi, permettono di ottenere piatti equilibrati e sostanziosi, con buone quantità di Sali minerali, vitamine, fibre e una ridotta quantità di grassi, sempre se non se ne aggiungono durante la preparazione.
6. Calda è indicata per preparare lo stomaco a ricevere il cibo, favorendo la digestione e l’assorbimento dei nutrienti del pasto; in caso di raffreddore, il suo calore aiuta a liberare il setto nasale dal muco.

7. Nonostante si denigri "la minestra riscaldata" nei vari proverbi .... il giorno dopo è ancora più buona ;) e diventa una preziosa "schiscéta" da gustare fuori casa, durante la pausa pranzo.

Io le adoro .... una calda e fumante ciotola di minestra o zuppa, che sia di verdure, di legumi o di frutta, mi regala sempre una sensazione di piacevole coccola.
Questa di oggi è una ricetta all'antica, povera ma gustosa, senza particolari tecniche culinarie, cucinata come si usava una volta: tutti gli ingredienti nel "paiolo" e via con una cottura lenta e delicata .... come la sua azione rigenerante ma discreta, silenziosa ma dai potenti benefici.

L'ingrediente principale  è un ortaggio "dimenticato": la zucchina o zucchino trombetta di Albenga, una varietà di zucche diffusa in Liguria, molto probabilmente, dai marinai che la portarono con loro, al ritorno da qualche viaggio esotico.

"Ortaggio dimenticato" soprattutto per le sue dimensioni che possono arrivare anche a 140 cm. di lunghezza, con evidenti difficoltà di stoccaggio nelle, ormai, abitazioni munite di frigoriferi mai abbastanza capienti :) ma anche di stoccaggio per il loro trasporto, che richiedono cassette capienti e lunghe.
Se raccolta quando il frutto risulta ancora immaturo e verde, si utilizza come una comune zucchina, mentre a completa maturazione, la si cucina come una vera e propria zucca.

MINESTRA ALL'ANTICA CON ANTICO ZUCCHINO TROMBETTA DI ALBENGA
Per la minestra
400 g di zucchina trombetta, sbucciata e tagliata a dadini
1 patata grossa, sbucciata e tagliata a dadini
1 C di triplo concentrato di pomodoro
1/2 c di curcuma
1 cipolla, sbucciata e tagliata a dadini
1 carota, sbucciata e tritata finemente
1 costa di sedano, tritato finemente
1 scalogno, sbucciato e tagliato a dadini
2 foglie di alloro
1 rametto di timo fresco
120 g di pasta corta a piacere (senza glutine, in caso di celiachia)
sale e pepe q.b.
Per condire
un ciuffo di prezzemolo fresco, tritato grossolanamente
1 C di olio evo (facoltativo)
2 C di mandorle tostate o bianche, frullate  con 1/2 c di sale fino
  1. In una capiente casseruola o pentola di coccio, versare tutti gli ingredienti, tranne la pasta, per la minestra, coprire a filo con acqua, poi portare a bollore.
  2. Abbassare la fiamma, coprire con un coperchio e cuocere per 40 minuti, o fino a quando le verdure saranno morbide.
  3. Aggiungere la pasta e cuocere secondo i tempi indicati sulla confezione, senza coperchio.
  4. Spegnere, eliminare il rametto di timo e le foglie di alloro, condire con l'olio, il prezzemolo e regolarne il gusto a piacere, poi mescolare energicamente con una frusta da pasticceria per addensarla e servire calda, cospargendo la superficie con le mandorle macinate.

lunedì 14 settembre 2015

... LASCIAMI INGOIARE IL TRAMONTO ..... E UNA ZUPPA FUCSIA .....

"Lasciami, oh lasciami immergere l’anima nei colori; lasciami ingoiare il tramonto e bere l’arcobaleno."
(Khalil Gibran)

Amo i colori con le loro sfumature .... nel piatto, in modo particolare ....
La barbabietola è un frutto dell'orto, non molto conosciuto come ingrediente nella cucina di casa, sfruttato nell'industria alimentare.
Ha un gusto dolce e zuccherino, un succo denso e corposo che colora tutto quello con cui viene a contatto ed è adattabile a ricette che vanno dall'antipasto al dessert.

Appartenente alla stessa famiglia degli spinaci e delle bietole, se ne possono consumare sia le foglie, ricche di calcio e ferro, che le radici, facendo attenzione a moderarne il consumo, in caso di problemi di calcoli renali; ne esistono di diverse sfumature di colore ma, sul nostro territorio, è piuttosto improbabile trovarne gialle o arancioni anche se, bisogna tenere presente, che le rosse sono quelle più utili per il nostro benessere.

Ai tempi dei romani erano considerate cibo afrodisiaco e, in effetti, non si può definire solamente "folklore" poiché, ai tempi nostri, sappiamo che contengono anche del boro, elemento che agisce sulla produzione di ormoni sessuali umani :)

Quasi priva di grassi, povera di calorie, ricca di vitamine, minerali e di preziosi antiossidanti, è una degli ingredienti utili in questo periodo per le sue caratteristiche depurative, agendo sul fegato e stimolandone i processi di depurazione.

Il colore rosso è dato dall'alto contenuto di betacianine, possiedono acido folico, Vitamine A e C, manganese e potassio, glutammina, nonché una buona percentuale di fibra che favorisce il transito intestinale, regolando i livelli del colesterolo; rafforza le pareti arteriose, diminuendo il rischio di malattie cardiache e ictus.

La barbabietola ha uno dei più alti contenuti si zuccheri, di qualsiasi altra verdura, ma viene rilasciato lentamente nell'organismo ..... anche se possiede un indice glicemico "medio" (circa 64), ha un impatto glicemico molto basso di circa 2,9 che significa essere un prodotto che aiuta a mantenere le glicemie stabili ... insomma, agisce in modo nettamente differente di una tavoletta di cioccolata :)

Recenti studi hanno confermato che, bere regolarmente del succo di barbabietola, promuove l'ossigenazione del cervello rallentando, così, la progressione della demenza senile; ma anche per chi pratica sport, diventa un eccellente alleato per aumentare la propria resistenza agli sforzi atletici.

Sui banchi dei supermercati si trovano in versione già cotte al vapore e confezionate sottovuoto; diventa un po' più complicato procurarsene di fresche in modo tale da provvedere direttamente alla relativa cottura: sono disponibili sui banchi di negozi specializzati in alimentazione naturale o ai mercati diretti dei produttori
  • Cuocendole in casa, il gusto dolce risulta meno stucchevole e anche la consistenza ne guadagna.
  • Si conservano in frigorifero, avvolte in canovacci umidi.
  • Se, col passare dei giorni, perdessero di croccantezza e diventassero un po' elastiche al tatto, basterà lasciarle rinvenire tutta notte in frigorifero, immerse in una ciotola di acqua fredda.
  • Per lavarle, utilizzare una spazzolina apposita per radici, senza grattare troppo la scorza che fungerà da protezione dei pigmenti viola, durante la cottura.
  • Cuocere in acqua bollente, leggermente salata, le radici, mantenendole integre con la radichetta inferiore e almeno 3 cm. della base delle foglie.
  • Per sbucciarle, utilizzare guanti protettivi per evitare di macchiarsi di rosso le mani, oppure lavare le mani macchiate, con succo di limone.
  • Si possono cuocere al vapore: anche in questo caso, non sbucciarle.
  • Si cuociono intere al forno, a 180° per 30 minuti, coperte con foglio di alluminio e altri 20 minuti, eliminando l'alluminio.
La ricetta di oggi è una zuppa tipica dei Paesi nordici.
L'ho mangiata quest'estate, nella bellissima Cracovia e l'ho rivisitata, adattandola con ingredienti più facilmente reperibili, rispetto alla ricetta originale: ve ne innamorerete !!!!!

BORSCHT ESTIVO 


400 g di barbabietole rosse, cotte e sbucciate
100 g di panna di soia
300 g di yogurt di soia naturale
4 C di acidulato di umeboshi o q.b.
pepe macinato a piacere
un bel ciuffo di erba cipollina
il succo di un limone
  1. Versare in un contenitore dai bordi alti, la panna di soia; salare leggermente e condire con il succo di limone, mescolando e lasciando riposare per 15 minuti.
  2. Tagliare a pezzetti le barbabietole e versarle nella ciotola con la "panna acida".
  3. Unire lo yogurt, pepe macinato e frullare, unendo acqua quanto basta per ottenere una consistenza vellutata e ben amalgamata.
  4. Lasciare riposare per 10 minuti, poi condire con acidulato di umeboshi a piacere.
  5. Conservare la zuppa in luogo fresco (anche il frigorifero) fino al momento di servirla, distribuita in ciotole e decorando con abbondante erba cipollina.
  6. Rimane in frigorifero fino a 3 giorni.
Variazione:  Questa zuppa, ottenendo una consistenza più fluida, diventa un'ottima bevanda che accompagna le pietanze d'estate.

giovedì 10 settembre 2015

NEL CESTINO DELL'AUTUNNO ..... I FUNGHI


Uno dei prodotti che si identifica con la tarda estate e l’autunno, sono i funghi, affascinanti creature dei boschi che si ingraziano la gola di migliaia di golosauri, con le loro consistenze e il loro inebriante profumo.



Spesso sono raggruppati con le verdure anche se fanno parte di una categoria specifica che si differenzia sia dal mondo vegetale che animale e, per migliaia di anni, le culture orientali ne hanno venerato i benefici, come fonte di potenti sostanze nutritive.

Se analizziamo l'aspetto energetico dei funghi, dobbiamo tenere presente che hanno una forte energia espansiva (yin); basti pensare alla velocità con cui crescono e alla loro consistenza morbida, spugnosa e porosa.
Proprio per questo motivo, così come possono essere molto utili per rafforzare, possono diventare problematici ed essere causa di indebolimento in soggetti già eccessivamente yin; in questo caso, si possono preferibilmente usare funghi secchi, piuttosto che freschi: l'energia yang del sole, ne bilancerà la natura yin.   

I funghi possiedono un basso contenuto di calorie, sono privi di grassi, di colesterolo, di glutine e contengono una bassa percentuale di sodio, hanno proprietà plastiche, antianemiche e rimineralizzanti , fornendo, nonostante le loro caratteristiche “light”, sostanze nutritive importanti, quali il selenio, il potassio, la riboflavina, la niacina, la vitamina D e molto altro ancora.


  • Sono una buona fonte di vitamine del gruppo B, tra cui riboflavina (aiuta a mantenere sani i globuli rossi),  niacina (promuove la salute della pelle e assicura un corretto funzionamento del sistema digestivo e nervoso) e acido pantotenico (aiuta la produzione di ormoni e gioca un ruolo importante nel sistema nervoso)
  • Sono una buona fonte anche di Sali minerali importanti come il selenio (funziona da antiossidante, proteggendo le cellule da danni che potrebbero causare malattie cardiache, alcuni tipi di cancro e malattie relative all’invecchiamento fisiologico; utile per il sistema immunitario e nella fertilità maschile), il ferro (necessario per la sintesi dell’emoglobina, di mioglobina e di collagene), l’ergotioneina (antiossidante e regolatore degli enzimi metallici), il rame (contribuisce a rafforzare i globuli rossi, ossa e nervi), il potassio – i Portobello ne contengono più che le banane - (necessario per il bilanciamento idrico e minerale dell’organismo e aiuta a controllare la pressione sanguigna, nonché il corretto funzionamento di alcuni muscoli compreso il cuore), i Beta-Glucani – soprattutto negli Shitake ­- (rafforzatori del sistema immunitario contro allergie e regolatori del metabolismo di grassi e zuccheri nel corpo umano)
  • Sono i vegetali che contendono una percentuale maggiore di vitamina D
  • Contengono una buona percentuale di fibre ma che risulta un po’ indigesta per i bambini.
Nella cucina naturale i funghi sono un ingredienti perfetto nella preparazione di fondi di cottura, salse ma anche per gustosi contorni e profumati ripieni.
I funghi di dimensioni  grandi, invece, diventano eccellenti ingredienti base per pietanze sfiziose, come questa

TAGLIATA DI FUNGHI PORTOBELLO


4 funghi Portobello (o champignon giganti)

Per la marinata
1/4 T di tamari (salsa di soia senza glutine)
2 C di aceto di mele o acidulato di riso
1 C di sciroppo d'acero
2 spicchi di aglio, sbucciati e schiacciati
1 c di lemon pepper 
(opp di buccia di limone grattugiata e condita con pepe macinato grossolanamente)
1 c di timo essiccato
qualche goccia di fumo liquido (facoltativo)
acqua q.b. per avere quantità di liquido a sufficienza per lasciare marinare i funghi


Per servire:
succo di limone 
prezzemolo fresco, tritato grossolanamente
  1. La sera precedente, mescolare in un contenitore con coperchio, gli ingredienti per la marinata.
  2. Spazzolare e lavare i funghi interi, asciugarli e sistemarli nel contenitore con la marinata;  chiudere, scuotere delicatamente gli ingredienti  per amalgamarli e lasciare riposare almeno 12 ore, in frigorifero.
  3. Trascorso il tempo di riposo, scaldare il forno a 190°, foderare una teglia con carta apposita e versarvi funghi e marinatura, poi infornare per circa 45 minuti, girandoli ogni tanto perché si insaporiscano per bene.
  4. Scolare i funghi dal liquido rimasto sul fondo e tagliarli con un coltello affilato, a fettine alte al massimo 1/2 cm.
  5. Sistemare la tagliata di funghi su un piatto da portata e condire con succo di limone, prezzemolo e qualche cucchiaio di marinata ristretta.

venerdì 4 settembre 2015

NON SOLO IN CUCINA .... L'IMPORTANZA DELLE STAGIONI ... LA TARDA ESTATE




L’età è un dono prezioso, qualcosa da guardare con orgoglio e soddisfazione.

Osservo i segni del tempo sul mio viso che, anche se impercettibili, ne modificano i lineamenti, rendendoli marcati ed evanescenti, vaporosi e decisi, raccontando più storie che uno scaffale di libri …. e non voglio ricorrere a interventi estetici che non mi farebbero più riconoscere allo specchio e mi farebbero perdere quello per cui ho tanto lavorato ;)


Osservo i miei piedi che, senza occhiali, paiono come 30 anni fa, ma quei piedi che devi curare costantemente per mantenere morbidi e per contrastarne la secchezza del tempo che asciuga tutto e le leggere “linee d’espressione” attorno agli occhi, sul collo, attorno alle labbra, di cui mi prendo cura da così tanto tempo che, ormai, la toilette della sera e della mattina, quando tutti dormono ancora o sono già fuori casa, è un piacevole rito di coccole che scandisce l'inizio e la fine del mio quotidiano.


Osservo le mie mani dalla pelle sgranata che, viste con una lente d’ingrandimento, sembrano, anno dopo anno, opere artistiche in Cracklè, o sottili ragnatele, con i loro punti asciutti e simili a carta vetrata sottile e i calletti tipici di mani operose che, instancabilmente, tanto hanno creato negli anni, testimoniando nella storia il mio intenso passaggio sulla terra .... e ne vado orgogliosa.

Sorrido a quei capelli d'argento come un chiaro di luna che brillano sempre prima, nelle settimane successive all'appuntamento col parrucchiere, ogni volta che entro in ascensore e mi guardo allo specchio e le lentiggini (più poetico che chiamarle macchie) dove il sole splende attraverso….. e penso alla costanza che sviluppo prendendomene cura per schiarirle …. Ma che poi, fondamentalmente, non mi importa più di tanto :)


E osservo curiosa, quelle vene  che diventano sempre più evidenti sotto la pelle sempre più trasparente, come torrenti in piena e fulmini in montagna d’estate, trattenute in una sfoglia di riso…. E decido che non voglio coprire le braccia con le maniche perché non sono più, esteticamente, perfette, ma che hanno imparato ad abbracciare al momento giusto, le persone giuste ...


La mia età è un dono prezioso che vale la pena di conservare con cura, come un leone bianco, rara perché terminata con me, non ce ne sarà più replica.


Gli anni che passano sono la mia storia, quella per la cui trama ho lottato tanto, valorosamente, quella che ho imparato ad arricchire lasciandomi andare al flusso della vita, manovrandone il timone per continuare a solcare i mari della conoscenza al largo, senza mai lasciarla andare alla deriva.


La mia età è preziosa e bella come lo sono i fiori secchi, che hanno saputo trasformare la loro freschezza in bellezza accogliente, permanente e calorosa; le mie rughe e le pieghe della mia pelle sono creature che meritano rispetto, così come foglie d’autunno che mi regalano paesaggi affascinanti e romantici, ricchi di pace e tranquillità permettendomi di “nascondere” e dimenticare sprazzi di nostalgie di primavera.


Vivere una vita al ritmo delle stagioni, mi permette di capire che il tempo è solo un'illusione creata dall’uomo ….. vivere appieno le mie stagioni mi regala la bellezza di essere senza tempo ….. perché ogni giorno è il mio tempo.


Ho conosciuto, nel mio tempo, donne e uomini che sono diventati parte del mio riflesso nello specchio e, anche loro saranno, sono e sono stati un dono prezioso.

La mia età è preziosa perché ricca di storie, di piacevoli sensazioni come il cioccolato al 99% che sciolgo sulla lingua come una pozzanghera dopo la pioggia, stuzzicando innumerevoli emozioni ….. come le fragole pucciate da bambina nello zucchero o ricoperte di panna montata ...come le ciliegie appese alle orecchie per farne degli orecchini da diva di Hollywood che rinfrescano il collo….


Ogni volta che mi guardo allo specchio do il benvenuto alla mia età come a un amico che non vedo da moltissimo tempo …. 

Mi regalo le migliori miscele di caffè, perché non lo bevo più,tanto per, ma per gustarne attentamente gli aromi e scoprirne di nuovi…. Mi regalo gli ingredienti migliori perché lascino traccia nel mio tempo di oggi che sarà la mia età di domani …. 


Mi regalo ancora tante ore in cucina ….. perché gran parte della mia età l’ho costruita proprio lì, da sola, coi miei cari, con gli amici ….. il profumo della composta di mele di fine agosto a casa della signora Lia a Colico, il profumo del ciambellone della mamma e della torta allo zenzero di Natale, o della pizza del sabato sera; il profumo del brodo e dei tortellini sulla stufa a legna dei mie nonni paterni e del lambrusco novello con cui condivano ogni ultimo cucchiaio della minestra di riso.

E mi regalo anche questi meravigliosi biscotti, che sanno di tarda estate perché le ciliegie sono ormai state essiccate ….. e perché alla mia età ho imparato che la vita è fatta di piccole, dolci e golose quotidianità .....

COOKIES DI FINE ESTATE 
alle ciliegie & cioccolato fondente

1 T di farina semintegrale di frumento
1 T di farina di farro
1 T di fiocchi di avena grandi
1 T di fiocchi di avena piccoli
2 C di farina di semi di lino
8 C di acqua calda (non bollente)
1,5 c di lievito naturale per dolci
1 c di cannella in polvere
1 c raso di vaniglia in polvere
3/4 c di sale fino
3/4 T di burro di cocco (a temperatura ambiente) 
opp. margarina bio(morbida) 
opp. 1/2 T di olio di girasole
1 T di Gulamerah (zucchero di fiori di cocco -Panela)
1/2 T di sciroppo d'acero
1 T di ciliegie o amarene essiccate 
100 g di cioccolato extrafondente (72%) tagliato a pezzetti non troppo piccoli

  1. Miscelare la farina di lino con l'acqua, fino a ottenere un composto cremoso e omogeneo.
  2. Riscaldare il forno a 175° e foderare con carta forno una placca/teglia bassa.
  3. In una ciotola capiente, versare le farine, il sale, lo zucchero di cocco, la cannella, la vaniglia e il lievito, miscelando con una frusta per eliminare eventuali grumi e ossigenare gli ingredienti.
  4. Mescolando con un cucchiaio di legno, aggiungere al composto di farine, uno alla volta, gli ingredienti liquidi. e, infine, la crema di semi di lino.
  5. Per ultimi, unire, i fiocchi di avena, le ciliegie e il cioccolato a pezzetti, mescolando accuratamente per ottenere un impasto omogeneo, morbido e appiccicoso.
  6. Suddividere l'impasto con l'aiuto di due cucchiai o formando delle palline con le mani bagnate, della grandezza preferita, con uno spessore massimo di 1,5 cm. e distribuirlo sulla teglia preparata.
  7. Infornare per 13/15 minuti circa, fino a quando il fondo e i bordi saranno dorati; il centro, al tatto, sarà ancora morbido, ma si asciugherà raffreddando.
  8. Sfornare e lasciare raffreddare sulla griglia, prima di servire.
  9. Possono essere stoccati in scatole di latta o vasi di vetro, fino a 15 giorni ... se dureranno senza essere divorati :)