Non vi è nulla di più fugace che il cibo ... ma nella memoria il suo ricordo rimarrà immortale ...


martedì 28 febbraio 2017

ZUPPA DI PASTINACA & MELA con CIPOLLA FRITTA & ANTICHE CONFUSIONI BOTANICHE

La pastinaca  o pastricciano, è un fittone (la parte più grossa di una radice dall’aspetto ramificato), originario dell’ Eurasia dalle caratteristiche davvero interessanti.
E’ tipico della stagione invernale difatti, il momento ideale per la raccolta, è subito dopo una gelata (come avviene per le verze ricce)

Anche se si tratta di un vegetale poco conosciuto nell’era moderna, è stato coltivato e utilizzato fin dai tempi antichi; gli aristocratici romani lo ritenevano un lussuoso alimento.
La sua origine botanica è strettamente legata alle carote e al prezzemolo, motivo per cui spesso è stato scambiata proprio per carote in vari documenti storici.

E’ ricca di Sali minerali quali  potassio, manganese, magnesio, fosforo, zinco, ferro oltre a un’importante gamma di vitamine B, C, E e K. 

Alcune di queste vitamine hanno caratteristiche antiossidanti e di protezione
Fornisce il nostro organismo di elevate quantità di fibre solubili che mantengono bassi i livelli di colesterolo, aiutando la motilità e il transito intestinale, riducendo i problemi di costipazione e dando un senso di sazietà …. utile quindi anche in caso di regimi alimentari ipocalorici; infine vi si trovano alcune proteine.

Benefica per il cuore, agisce come vasodilatatore, riduce la pressione sanguigna e, grazie ai folati (vit. B9 )che contiene, aiuta ad abbassare  i livelli di omocisteina un amminoacido che, in elevate quantità, favorisce lo sviluppo di patologie cardiache.
La presenza dei folati la rendono anche importante nell’alimentazione della donna durante la gravidanza e per individui soggetti a depressione.

Il suo utilizzo è versatile, dalla preparazione di zuppe fino alla sua lavorazione per ricavarne un dolcificante diffuso in Europa prima dell’arrivo della canna da zucchero, la si trova in piatti tradizionali come il “Neeps and Tatties” ovvero un piatto scozzese composto da purè di pastinaca, di patate e un insaccato particolare della regione, oppure in dolci torte abbinandolo allo sciroppo d’acero.
Tagliata sottilmente e lasciata in forno a bassa temperatura (140°) diventa un otimo sostituto delle chips di patata.

Il suo gusto è particolarmente dolce ma con un retrogusto acidulo e terroso e un tempo le venivano riconosciuti poteri erboristici e afrodisiaci.

Meglio prediligere pastinache medie o piccole perché crescendo il sapora diventa più acido e la consistenza eccessivamente fibrosa.
Ovviamente la scelta ricadrà su radici sode e non mollicce, dal colore bianco-nocciola e prive di macchie scure.

Si conserva fino a due settimane, in frigorifero, avvolta con un panno umido ma facendo attenzione a non riporla vicino a pere e mele: i gas emanati dalla loro maturazione, ne altererebbero il gusto rendendola amarognola.
Una volta cotta si mantiene fino a 3 giorni in frigorifero oppure è possibile congelarla dopo averla scottata in acqua leggermente salata.

E’ ottima grattugiata a crudo in insalate e condita con salse come la maionese oppure al forno con altre verdure e radici di stagione o ancora, lessata e ridotta a purè.
Si abbina bene con spezie legnose come la noce moscata e con il pepe.
Le erbe che la esaltano sono il basilico, l’aneto, il prezzemolo, il timo, la salvia e il dragoncello.
Il burro o la crema di mandorle in ricette completamente vegetali, ne esaltano il gusto.

Anche l’abbinamento con mele e carote, succo di limone e aglio crea nuovi sapori nelle pietanze.

CREMA DI PASTINACA & MELE

1 Cucchiaio di crema di mandorle bianche
1 Cucchiaio di olio extravergine di oliva
1 cipolla bianca, tritata finemente
1 spicchio di aglio, tritato
500 g di pastinaca, sbucciata e tagliata a pezzetti da 2 cm circa
Un pizzico di chiodi di garofano in polvere
Un pizzico di noce moscata macinata
200 g di mele Granny Smith, sbucciate e tagliate a pezzetti
300 g di mele Golden, sbucciate e tagliate a pezzetti
900 ml circa di brodo vegetale
150 ml di latte di avena
Fleur de sel & pepe macinato q.b.
4 Cucchiai di cipolle fritte *
1. In una casseruola sciogliere la crema di mandorle con l’olio e un pizzico di sale su fiamma media.
2. Rosolarvi le cipolle per un paio di minuti, poi unire la pastinaca con un pizzico di sale e lasciare cuocere per un altro minuto.
3. Aggiungere le mele e l’aglio e cuocere per due minuti, mescolando regolarmente perché non attacchi sul fondo, poi unire il brodo e portare a ebollizione.
4. Abbassare la fiamma e cuocere per 20/30 minuti o fino a quando le pastinache saranno morbide.
5. Condire con sale e pepe a piacere e frullare il composto aggiungendo, poco alla volta, il latte di avena; se fosse necessario, aumentare la dose del latte fino a ottenere la consistenza desiderata.
6. Servire con le cipolle fritte e qualche fogliolina di crescione o rucola.


* CIPOLLE FRITTE


2 grosse cipolle, tagliate a julienne
¼ di tazza di latte di soia non dolcificato
½ cucchiaino di pepe di Cayenna
½ Cucchiaio di paprica dolce
¼ di cucchiaino di curry in polvere
½ tazza di farina di ceci
½ tazza di farina di riso integrale

1. In una ciotola versare le cipolle, bagnarle con il latte di soia, poi aggiungere metà delle spezie e mescolare.
2. Aggiungere le rimanenti spezie alle farine e miscelarle per amalgamare gli ingredienti.
3. Scaldare abbondante olio di arachidi in una padella.
4. A manciate prelevare le cipolle dalla ciotola e infarinarle nella miscela asciutta, poi friggerle fino a quando saranno dorate e croccanti.
5. Scolare con una schiumarola a rete e lasciare asciugare dagli eccessi dell’olio, su carta assorbente.
6. Scaldare il forno a 180°, versare le cipolle su una teglia foderata con carta forno e asciugarle per una decina di minuti.
7. Spolverare con sale fino prima di servire.

domenica 19 febbraio 2017

LEGGERO & BUONO: RISO CON ZUCCHINE & CURRY

E’ che dietro le cose ci sei tu, Primavera, che incominci a scrivere nell’umidità, con dita di bambina giocherellona, il delirante alfabeto del tempo che ritorna.

(Pablo Neruda)


Ci sono i piatti del ricordo, quelli della domenica e poi ci sono i piatti veloci, come questa ricetta leggera ma sfiziosa.

Siamo ormai nel periodo dedicato al passaggio tra le temperature fredde e quelle moderatamente tiepide e, di conseguenza, anche le pietanze devono subire un alleggerimento di condimenti e cotture necessari per sostenere l'azione di depurazione che il nostro organismo sta già mettendo in atto da qualche giorno.

La scottatura e il vapore sono ottimi metodi da utilizzare alla grande per qualsiasi ingrediente da personalizzare con salse e condimenti profumati di erbe che faranno il loro dovere nel donare sapore e freschezza quanto basta !!!

Le zucchine non sono di stagione e, ripetuta verso la tarda primavera, diventerà ancor più saporita; in ogni caso potranno essere sostituite con dadini di carote, cimette di cavolfiori o broccoletti.


RISO .... ZUCCHINE .... CURRY
4 piccole zucchine sode
300 g di riso Arborio o Carnaroli
1/4 di cucchiaino di curry (o a piacere)
2 foglie di alloro
2 Cucchiai di olio extravergine di oliva 
(o 1 di ghee - burro chiarificato per una versione vegetariana)
1 Cucchiaio di prezzemolo fresco, tritato grossolanamente
1 cucchiaino di timo fresco, sfogliato
1 Cucchiaio di lievito alimentare in scaglie
pepe q.b.
(o parmigiano q.b. per una versione vegetariana)
  1. Portare a bollore abbondante acqua salata adeguatamente.
  2. Versare il riso e aggiungere l'alloro lessandolo per il tempo indicato sulla confezione dello stesso.
  3. Nel frattempo eliminare il bottoncino inferiore alle zucchine e la punta ossidata sul picciolo.
  4. Sbucciare il rimanente picciolo, poi tagliare le zucchine a dadini (circa 1,5 cm per lato).
  5. Quando mancheranno circa 8 minuti alla fine della cottura del riso, aggiungere le zucchine tagliate, mescolare e riportare a bollore, proseguendo la cottura.
  6. Scolare riso e zucchine al dente, eliminare l'alloro e condire con olio (o burro), il prezzemolo, il timo fresco, il lievito alimentare (o il parmigiano) e curry a piacere.
  7. Servire con una macinata di pepe.

sabato 4 febbraio 2017

L'ANTICO AMARO CHE FA BENE.... RADICCHIO AL CARTOCCIO

UN FIA' DE LA ME TERA
(Alberto Albanese Jr)

Lontan da la me tera,
tra tanta zente
che no' gera la me zente,
solo,
co' 'l cuor desfà,
me consolavo
vardando le vetrine
iluminae.

Aria de Nadal,
festa par tuti,
ma no' par mi
lontan da la me casa,
lontan da la me tera.

Caminavo fiaco
in mezo a quela zente
indafarada e contenta
quando che l'ocio
el s'ha fermà de boto:
in te 'na vetrineta,
ben in mostra,
ghe gera un bel çestel
de radici rosso fogo.

Me son fermà… li go vardai…
no' me pareva vero.
Radici trevisani?…
Se me ga verto 'l cuor,
l'emossion la gera granda…

Sonava le campane,
gera Nadal, festa par tuti
e festa anca par mi
che più no' me sentivo
perso pa' 'l mondo.
Me tegneva compagnia
me confortava 'l cuor,
me dava contentessa
aver nel me disnar
un bel piatel
de radici trevisani:
un fià de la me tera.

La coltivazione del radicchio è una delle antiche attività,  alla base dell'economia veneta.
Come spesso accade in questi casi, assieme al radicchio sono nate diverse leggende e credenze popolari tra cui quella legata alla sua caratteristica capacità di purificare.

Così si diceva che, durante il periodo di Quaresima (votato alla pratica dei digiuni purificatori) se le ragazze consumavano solo insalata, specialmente il radicchio, il loro seno sarebbe cresciuto.

Il periodo di Quaresima si applicava dopo il carnevale e l'inverno, momenti in cui l'alimentazione era sovraccaricata di grassi ed eccessi definiti così non per quantità ma proprio per la tipologia di ingredienti che venivano impiegati per cucinare.

Comunque il radicchio (in versione selvatica) veniva indicato fin dai tempi antichi, in caso di disturbi di stomaco o dove si presentasse la necessità di tonificare l'apparato digerente.
Se ne trovano tracce documentate nell'opera in 5 volumi chiamata "Demateria medica", scritti da Dioscoride medico, farmacista e botanico greco, vissuto a Roma al tempo di Nerone.

Ma non finisce qui .... nella credenza germanica la sua radice veniva dissotterrata con una moneta d'oro o con un pezzo di corna di cervo, nella notte di San Pietro e Paolo per poi essere utilizzata come pianta magica, base per intrugli destinati per far provare il piacere dell'amore, spezzare incantesimi, godere di invisibilità e invulnerabilità.

Una modalità di cottura leggera ma che dona molto sapore è quella del cartoccio.
Servono pochi grassi (se non niente) e molti aromi che verranno appoggiati sul fondo del cartoccio stesso, per poi essere eliminati al momento di servire.

RADICCHIO SAPORITO AL CARTOCCIO

2 radicchi tondi di Verona
sale e pepe q.b.
3 Cucchiai di olio di sesamo (o extravergine di oliva)
1 cucchiaino di origano essiccato
1 Cucchiaio di capperi lavati e tritati finemente
la buccia di mezzo limone bio, grattugiata
mezzo limone
un pizzico di paprica
un rametto di rosmarino
2 spicchi di aglio
un ciuffo di salvia

Per servire:
1-2 Cucchiai di aceto balsamico
qualche foglia di basilico
  1. Scaldare il forno a 180°.
  2. Tagliare i radicchi a metà, verticalmente, eliminando solo il pezzettino eventualmente ossidato alla base.
  3. Lavarlo delicatamente senza staccarne le foglie e sgrondarlo dall'acqua in eccesso, con una centrifuga per insalata.
  4. Tagliare un grande foglio di carta forno, oppure di stagnola, sistemarlo su una teglia bassa e distribuirvi le quattro metà di radicchio con la parte tagliata verso l'alto.
  5. In una ciotola emulsionare l'olio con 1 Cucchiaio di acqua, l'origano, i capperi, la buccia di limone, la paprica, sale e pepe q.b., poi condire la superficie dei radicchi distribuendo l'emulsione in modo uniforme.
  6. Sistemare sul fondo il rosmarino, la salvia, gli spicchi di aglio e il mezzo limone.
  7. Chiudere il foglio di carta forno, creando un cartoccio, infornare per 15-20 minuti circa, secondo la grandezza dell'insalata.
  8. Levare dal forno, aprire il cartoccio, facendo attenzione a non scottarsi con il vapore che si sarà formato e servire con l'aceto balsamico versato sui radicchi, a filo e il basilico spezzettato a mano.
NB: la ricetta può essere arricchita aggiungendo pomodori secchi e olive, tritate grossolanamente.